Stamattina ho aperto gli occhi dopo un incubo.
Uno di quegli incubi mattutini di cui si ricordano bene tutti i dettagli.
Realistici, verrebbe da dire, se non si trattasse comunque di un sogno in cui l’incongruenza e’ sempre in agguato e salta fuori all’improvviso come un pupazzo a molla chiuso dentro una scatola che fa scattare sul più bello il coperchio e manda tutto a puttane.
Bene, in questo sogno ero in Italia ed in un’edicola sotto i portici chiedevo un giornale.
L’ edicolante era tronfio e ridanciano, sarà stato sulla quarantina e con la barba mal fatta.
– Vuole la Repubblica, vuole il Corriere? – chiedeva, ridendo con ferocia.
Poi avvicinandosi senza rispettare la distanza di sicurezza (un mondo ed un tempo evidentemente senza covid-19) mi porgeva uno di questi giornali che da sveglio non leggerei neanche a pagamento.
Cercavo allora di pagare con tante monetine che gli lanciavo attraverso il bancone, monetine che non finivano mai e che lui esaminava e raccoglieva continuando a ghignare.
Erano frazioni di sterlina, forme rotonde o poligonali , ecco il pupazzo a molla che scatta, e non finivano mai.
Poi in questo climax di tensione mi sono svegliato. Oggi e’ una giornata ventosa ma piena di sole.